La ricerca italiana che ridona speranza a chi vive il dramma della demenza

Il 2019 si era aperto con due studi che hanno messo in dubbio decenni di convinzioni legate alla relazione tra la deposizione di β-amiloide e l’invecchiamento delle cellule neuronali e quindi la demenza. Con la conseguenza che è sembrato vedere vent’anni di ricerche sugli effetti di questa proteina sul cervello andarsene a ramengo. Grazie al[…]

Alzheimer, sono i famigliari a avere bisogno di un aiuto prima che sia troppo tardi

«Non c’è soltanto il dolore di vedere una persona cara disgregarsi a poco a poco, c’è l’angoscia di sapere che a questo declino e a tale sofferenza non c’è scampo». Giovanni Frisoni è responsabile del Centro della memoria all’Ospedale Universitario di Ginevra e non ha dubbi: «È chi assiste un malato di demenza ad aver[…]

È la solitudine la prima alleata dell’Alzheimer: il centro diurno può essere l’antidoto

«La solitudine non ricercata ma imposta dalle circostanze è un aspetto estremamente negativo in ogni fase della vita, in particolare in età avanzata, quando l’accompagnamento, la vicinanza, il supporto sono fondamentali per vivere bene e a lungo». A sostenerlo insistentemente e con convinzione è Marco Trabucchi, professore emerito di Neuropsicofarmacologia nell’Università di Roma “Tor Vergata”[…]